A.I.RE. e Corsi Professionali di Reiki
Dopo una lunga e attenta riflessione sulla possibilità prevista dall’ormai famoso progetto di legge sulle discipline Bio-energetiche redatto dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati e del suo relatore On. Lucchese e proposte di legge a seguire soprattutto a livello regionale*. La nostra associazione ha deciso di prendere una posizione controcorrente. Non solo, come già sottolineato precedentemente, non siamo in accordo con il testo di legge, ma siamo totalmente contrari alla possibilità di una qualsiasi legge che obblighi l’operatore Reiki a seguire una qualsiasi formazione programmata, ed uguale per tutti.
Sappiamo per certo che la maggior parte delle associazioni sono felici di questa possibilità, soprattutto per le future possibilità di bussines ad essa collegate. Molti sono felici perchè in questa legge vedono legittimata la propria professione, cosa sicuramente bella e lodevole, ma chiediamoci se questo è il modo giusto. Non stiamo remando contro un riconoscimento del Reiki, saremmo i primi ad esultare di gioia qualora questo avvenisse. Ma, come da sempre la nostra associazione ha detto: “Se un riconoscimento ci deve essere, dovrà riconoscere Reiki per quello che è, non per qualcosa d’altro”. Ora sappiamo bene che le varie definizioni di Reiki possono essere discusse in quanto relative e soggettive, ma a nostro avviso Reiki non è una terapia, ma una “disciplina spirituale”. Come tale, non può essere assolutamente ingabbiata all’interno di un percorso programmato e programmatico. Ognuno ha i suoi tempi evolutivi, ognuno ha i suoi tempi di apprendimento ed ognuno ha i suoi talenti. Un corso di tre anni, non può legittimare nessuno in quanto Reiki non è una disciplina tecnico scientifica, ma una disciplina dell’anima. La nostra mente ha già i suoi problemi di identificazione in una realtà totalmente irreale ed illusoria, lontana dalla fonte della vera natura dell’uomo. Pertanto, come si può garantire un operatore professionale su queste basi? Un operatore Reiki lavora sull’Atman (anima) dell’essere umano, non è un tecnico del corpo o della mente, in questo modo si rischia di alimentare sempre di più l’ego.
Facciamo alcuni esempi pratici, prendiamo una persona poco votata allo studio, ma dotata di un grande cuore, una persona semplice poco ingabbiata dalla mente. Cosa pensate possa ricevere da un percorso programmato? Se va bene lo lascia dopo poco tempo, se va male viene rovinata ed anch’essa ingabbiata in quegli schemi mentali che hanno la presunzione di disciplinare l’Amore Universale.
Il buon operatore Reiki è quello che usa il Cuore, è colui che la società moderna definirebbe una mosca bianca, è colui che vive al di fuori degli stereotipi della così detta normalità. Molto spesso è mal visto dai più, molto spesso è colui che si batte per degli ideali definiti utopistici, è colui che vive per un sogno. Una tale persona verrebbe definita malata di mente da un qualsiasi psichiatra.
Il Buon operatore Reiki è colui che ha fede, e che si fa guidare da essa e dall’amore, dall’istinto, dall’intuito. E’ colui che ha curato prima di tutto la sua vita.
Come sapete la nostra associazione ha istituito un albo professionale, il quale alla luce di quanto sopra potrebbe sembrare in contrasto. Fermo restando che non vi è in noi la presunzione di aver travato la modalità perfetta, pensiamo però di aver individuato la modalità più ecologica possibile in quanto al nostro albo professionale si accede solamente dopo aver dimostrato di avere della spiccate doti umane, di intervento (trattamento) e quella sensibilità indispensabile affinchè l’operatore abbia fatto sua l’arte di utilizzare l’energia di Reiki. In sintesi abbiamo adottato una modalità simile a quella usata nella scuola fondata da Usui, la: “Usui Reiki Ryoho Gakkai”. Nella scuola di Usui un operatore Reiki per accedere agli insegnamenti di secondo livello deve dimostrare di essere in grado di saper individuare gli squilibri energetici nella soggetto da trattare, e di saper intervenire per ristabilire l’equilibrio originario. Bene, noi abbiamo scelto questa linea. Chi volesse far parte dell’albo professionale della nostra associazione deve saper dimostrare questa capacità, indipendentemente dalla formazione ricevuta. Per le modalità di cui sopra ci rimettiamo al regolamento dell’associazione che spiega le modalità di partecipazione alle sessioni di esame.
Reiki è Luce, Amore e Pace, nessuna scuola programmatica è in grado di portarci a queste peculiarità. Solo un lungo e serio lavoro su di sè può portareci a questi risultati interiori.
La nostra associazione ha deciso di intervenire con il legislatore al fine di riuscire ad arrivare ad una modalità di riconoscimento di Reiki la più vicina possibile a quanto sopra esposto.
Gianluigi Costa
* In Italia non esiste ancora nessun legge che riconosca Reiki o qualsiasi altra disciplina olistica!!!